Intelligenza artificiale e minori: nuove regole per la sicurezza online
Intelligenza artificiale e minori sono ormai al centro del dibattito sulla sicurezza digitale. L’uso dell’intelligenza artificiale da parte di adolescenti e ragazzi solleva domande urgenti su responsabilità, protezione e limiti.
OpenAI e Anthropic stanno introducendo nuovi sistemi per individuare gli utenti minorenni e adattare il comportamento dei loro chatbot di conseguenza. Da un lato, ChatGPT aggiorna le linee guida per l’interazione con gli adolescenti tra 13 e 17 anni; dall’altro, Claude rafforza i controlli per escludere chi ha meno di 18 anni, età minima per l’accesso alla piattaforma.
Questi cambiamenti arrivano in un contesto in cui l’intelligenza artificiale viene sempre più utilizzata come canale di supporto, informazione e persino confidarsi, soprattutto tra i più giovani. Per brand, scuole e aziende che operano online, comprendere queste novità è essenziale per progettare esperienze digitali etiche e sicure.
Intelligenza artificiale e minori: perché OpenAI cambia le regole
OpenAI ha rivisto le specifiche di modello di ChatGPT, cioè le istruzioni interne su come il chatbot deve comportarsi, introducendo quattro nuovi principi dedicati agli utenti sotto i 18 anni. L’obiettivo è ridurre il rischio che l’intelligenza artificiale diventi un amplificatore di fragilità emotive o di pensieri autodistruttivi.
La decisione arriva anche a seguito di una causa legale che coinvolge OpenAI. Secondo l’accusa, ChatGPT avrebbe fornito istruzioni su autolesionismo e suicidio a un adolescente, Adam Raine, poi morto suicida. Questo caso ha acceso i riflettori sulla responsabilità delle piattaforme AI quando interagiscono con utenti vulnerabili.
Per rispondere a queste criticità, OpenAI ha introdotto controlli parentali e un impegno esplicito: ChatGPT eviterà discussioni sul suicidio con gli adolescenti. Il chatbot dovrà incoraggiare le relazioni offline, invitando i ragazzi a confrontarsi con genitori, amici, insegnanti o professionisti, invece di sostituirsi completamente alle relazioni umane.
Un altro punto chiave è il tono. ChatGPT dovrà trattare gli adolescenti come adolescenti, con calore e rispetto, evitando risposte condiscendenti o eccessivamente tecniche. Se il chatbot rileva segni di rischio imminente, inviterà in modo chiaro a contattare servizi di emergenza o risorse di crisi, seguendo linee guida simili a quelle adottate da organizzazioni sanitarie e centri di supporto.
Il modello di previsione dell’età: come l’intelligenza artificiale “stima” l’utente
Per applicare queste protezioni in modo efficace, OpenAI sta introducendo un modello che stima l’età degli utenti analizzando il modo in cui scrivono e interagiscono. Qui l’intelligenza artificiale entra in gioco come sistema di classificazione, cercando di inferire l’età da segnali linguistici e comportamentali.
Come può un modello AI stimare l’età di una persona solo dal testo? In modo simile a quanto descritto in studi accademici sulla linguistica computazionale, potrebbe analizzare:
- vocabolario e complessità delle frasi;
- errori grammaticali ricorrenti;
- riferimenti culturali, scolastici o lavorativi;
- stile di scrittura tipico delle diverse fasce d’età.
Se il sistema rileva che qualcuno potrebbe avere meno di 18 anni, applica automaticamente le misure di protezione per gli adolescenti. Se invece sbaglia, agli adulti viene offerta la possibilità di verificare la propria età per sbloccare le restrizioni.
Si tratta di un approccio promettente ma complesso. Se il modello tratta ventenni come adolescenti, può diventare un ostacolo all’esperienza utente. Al contrario, se considera alcuni adolescenti come adulti, riduce l’efficacia delle protezioni. OpenAI non ha ancora fornito dettagli tecnici approfonditi sul funzionamento di questo modello, che rientra comunque nel più ampio filone di ricerca sulla intelligenza artificiale e il rilevamento di attributi demografici.
Queste problematiche sono al centro del dibattito sull’AI responsabile, seguito da istituzioni e autorità come l’Unione Europea, che con l’AI Act punta a regolare sistemi ad alto rischio, in particolare quando incidono su minori e categorie vulnerabili. Anche il tema della privacy è cruciale, soprattutto in relazione al Regolamento GDPR e al trattamento di dati dei minori.
Anthropic e Claude: l’intelligenza artificiale sceglie il blocco totale per i minorenni
Anthropic adotta una politica più rigida rispetto a OpenAI. Per l’azienda, l’accesso a Claude è vietato agli utenti sotto i 18 anni, senza eccezioni. Qui l’intelligenza artificiale non viene solo adattata, ma usata per bloccare sul nascere gli account sospetti.
Per far rispettare questa regola, non basta una semplice casella “Ho 18 anni” da spuntare in fase di registrazione. Anthropic sta sviluppando un sistema capace di rilevare anche indizi sottili che possano suggerire che un utente è minorenne: tipo di domande, riferimenti a scuola, esami, dinamiche familiari o scolastiche.

L’azienda ha inoltre illustrato come addestra Claude a rispondere a richieste su suicidio e autolesionismo, riducendo la tendenza del chatbot a essere troppo compiacente. In pratica, il modello viene istruito a non assecondare richieste dannose, a non fornire istruzioni dettagliate e a indirizzare l’utente verso risorse di supporto, simili a quelle indicate da enti come l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’idea che l’intelligenza artificiale possa rappresentare un pericolo per i giovani non è più marginale. Può amplificare ansia, rinforzare pensieri autodistruttivi o sostituire relazioni umane già fragili. Per questo motivo, politiche come quelle di Anthropic puntano prima di tutto alla riduzione del rischio, anche a costo di limitare l’accesso ad alcune funzionalità.
Resta però una domanda aperta: questi sistemi di rilevamento dell’età saranno davvero efficaci? L’accuratezza è fondamentale. Un eccesso di blocchi può frustrare utenti legittimi, mentre controlli troppo permissivi rischiano di lasciare esposti proprio i più vulnerabili. Il bilanciamento tra protezione, libertà di accesso alle informazioni e rispetto della privacy è il nodo centrale.
Intelligenza artificiale e minori: Impatto su Marketing e Business
L’uso dell’intelligenza artificiale con minori ha un impatto diretto sulle strategie di marketing digitale e sulla customer experience. Brand e aziende che utilizzano chatbot, assistenti virtuali o sistemi di raccomandazione devono integrare logiche di verifica dell’età, filtri sui contenuti e protocolli di sicurezza.
Dal punto di vista del marketing, questo significa progettare funnel e journey differenziati: uno per gli adulti, con maggiore libertà informativa e commerciale, e uno per i giovani, dove prevalgono contenuti educativi, neutri o informativi. In entrambi i casi, la trasparenza su come funziona l’intelligenza artificiale diventa un elemento di fiducia verso il brand.
Le aziende che operano su canali conversazionali, come WhatsApp o chat integrate nei siti, devono aggiornare policy e flussi di automazione. Per esempio, un chatbot potrebbe:
- riconoscere automaticamente contenuti sensibili e bloccarli se sospetta che l’utente sia minorenne;
- attivare un escalation verso operatori umani formati su tematiche delicate;
- proporre messaggi più cauti quando rileva toni emotivamente critici.
Questo approccio è fondamentale per chi gestisce community, e-commerce o servizi di assistenza via chat. Da un lato permette di restare compliant rispetto alle normative (GDPR, AI Act, normativa sui minori); dall’altro rafforza la percezione di responsabilità del marchio, un vantaggio competitivo concreto sul lungo periodo.
Inoltre, la combinazione tra intelligenza artificiale e automazione marketing consente di personalizzare i contenuti in tempo reale, mantenendo al contempo barriere protettive per i giovanissimi. L’obiettivo non è solo vendere, ma costruire relazioni digitali sane, in cui l’AI supporta l’utente senza sostituire del tutto il contatto umano.
Come SendApp Può Aiutare con l’Intelligenza artificiale e minori
Per le aziende che usano canali di messaggistica per comunicare con clienti e prospect, è fondamentale integrare logiche simili a quelle adottate da OpenAI e Anthropic. SendApp offre una suite di strumenti per automatizzare WhatsApp Business nel rispetto della sicurezza e della protezione degli utenti, inclusi i più giovani.
Con SendApp Official, le aziende possono utilizzare le API WhatsApp ufficiali per creare chatbot e flussi automatizzati strutturati, progettando messaggi e percorsi diversi a seconda della tipologia di utente. È possibile impostare regole per evitare contenuti sensibili, integrare messaggi di avviso e attivare escalation verso operatori umani quando i temi toccano ambiti emotivamente delicati, in linea con le migliori pratiche sull’uso dell’intelligenza artificiale.
SendApp Agent permette di gestire le conversazioni in team, assegnando ai singoli operatori chat più complesse o che coinvolgono utenti potenzialmente vulnerabili. Questo modello ibrido AI+umano è particolarmente utile quando si lavora con target giovani, scuole, associazioni o progetti educativi, in cui l’empatia e la supervisione restano fondamentali.
Per chi ha bisogno di scalare le comunicazioni, SendApp Cloud consente di impostare campagne, automazioni e flussi di risposta avanzati su WhatsApp Business, mantenendo un controllo centralizzato su template, contenuti e regole. In questo modo è possibile allineare l’intera strategia conversazionale ai principi di sicurezza per minori e alle policy interne sul corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Integrare questi strumenti nella propria strategia digitale significa unire efficienza, automazione e responsabilità. Le aziende possono così sfruttare la potenza dell’AI conversazionale senza perdere di vista la tutela degli utenti più fragili.
Se desideri progettare flussi WhatsApp sicuri, rispettosi delle normative e ottimizzati per il tuo business, puoi scoprire tutte le soluzioni sul sito ufficiale SendApp e richiedere una consulenza dedicata su automazione, AI e gestione delle conversazioni con WhatsApp Business.







