Nome utente
AI

AI slop: cos’è la sbobba generata dall’IA che inquina il web

per 22 Dicembre 2025Non ci sono commenti

AI slop: cos’è e perché sta sommergendo il web

AI slop è il termine che descrive la “sbobba” infinita prodotta dall’intelligenza artificiale con pochissimo intervento umano. L’AI slop indica contenuti di bassa qualità che rischiano di lerciare il nostro ecosistema digitale con una quantità senza precedenti: ti sei accorto di quanto il tuo feed sia già cambiato?

Letteralmente, slop significa “sbobba” e richiama anche l’aggettivo inglese sloppy, cioè trascurato e superficiale. In ambito digitale, il termine è stato trasformato in un acronimo: S.L.O.P.Spammy, Low-quality, Over-Produced, ovvero contenuti spam, di bassa qualità e prodotti in quantità esorbitanti. Non a caso slop è stata eletta parola dell’anno dal dizionario Merriam-Webster.

Al centro dell’AI slop ci sono testi, immagini e video generati dall’IA con il minimo sforzo umano possibile. Come ha spiegato l’esperto di cultura digitale Simon Willison, non tutti i contenuti creati con l’intelligenza artificiale sono slop: diventano tali quando sono prodotti senza alcuna cura e propinati in modo massivo anche a chi non li ha richiesti.

Benjamin Hoffman, sul New York Times, ha paragonato questa “sbobba” digitale ai mucchi di mangime con cui viene nutrito a forza il bestiame. L’immagine rende bene l’idea di una dieta informativa sempre più riempita da contenuti poveri, ripetitivi e irrilevanti.

AI slop: differenza rispetto a fake news, deepfake e disinformazione

L’AI slop viene spesso confusa con fake news, truffe online o deepfake generati dall’intelligenza artificiale. In realtà parliamo di fenomeni diversi. La slop non ha necessariamente l’obiettivo di ingannare, manipolare o truffare gli utenti, né punta sempre alla massima verosimiglianza.

Le fake news cercano di far credere qualcosa di falso; i deepfake puntano a imitare volti e voci in modo realistico. L’AI slop, invece, è composta perlopiù da contenuti irrilevanti sotto ogni punto di vista: né profondi, né accurati, né particolarmente utili. Il problema non è tanto cosa dicono, ma la quantità con cui vengono prodotti e distribuiti.

In questo senso, il parallelismo più corretto è con il concetto di bullshit come lo ha definito il filosofo Harry G. Frankfurt: un discorso creato senza alcun riguardo per la verità, totalmente indifferente a ciò che è vero o falso. L’AI slop è il corrispettivo digitale di questo “rumore di fondo”, amplificato dalle capacità generative dell’IA.

Secondo il Reuters Institute, viviamo in un’epoca in cui sempre più contenuti vengono creati “per il LOL”: per strappare una risata veloce, un clic o qualche secondo di attenzione, senza alcuna cura per l’accuratezza o la qualità. L’AI slop cavalca esattamente questa logica, ma su scala industriale.

Come nasce l’AI slop: automazione, incentivi e piattaforme

L’AI slop non nasce dal nulla: è il risultato di una combinazione di tecnologie, incentivi economici e dinamiche delle piattaforme social e di ricerca. Da un lato, abbiamo modelli di intelligenza artificiale generativa sempre più potenti e accessibili, in grado di produrre testi, immagini, video in pochi secondi.

Dall’altro lato, ci sono piattaforme che premiano volume e frequenza di pubblicazione: più contenuti pubblichi, più possibilità hai di ottenere visibilità, clic e potenzialmente ricavi pubblicitari. La conseguenza è che molti creator, publisher e persino aziende iniziano a delegare all’IA la produzione di enormi quantità di contenuti standardizzati.

Quando questa produzione non viene accompagnata da una revisione umana attenta, la qualità crolla. I testi diventano generici, ripetitivi, spesso privi di reale valore informativo. Le immagini si assomigliano tutte, i video sono varianti di uno stesso schema. È così che si crea AI slop: un flusso continuo di materiale “riempitivo” che invade feed, risultati di ricerca, newsletter e messaggistica.

Questa dinamica incide anche sull’indicizzazione dei contenuti. I motori di ricerca e gli algoritmi social devono filtrare una quantità crescente di AI slop, con il rischio che contenuti di qualità vengano sommersi dal rumore. Per brand e aziende serie, emergere in questo contesto richiede una strategia chiara e un uso responsabile dell’IA.

Perché l’AI slop è un problema per utenti e aziende

L’AI slop impatta su tre livelli: esperienza utente, ecosistema informativo e credibilità dei brand. Prima di tutto, peggiora l’esperienza quotidiana delle persone: feed social saturi di post irrilevanti, email piene di testi generici, risultati di ricerca inquinati da articoli superficiali o duplicati.

AI slop: cos'è la sbobba generata dall’IA che inquina il web

Nel medio periodo questo porta a una crescente sfiducia verso i contenuti online. Se tutto sembra “uguale”, se ogni testo ha lo stesso stile generico tipico dell’IA, diventa più difficile distinguere ciò che vale dal resto. Il rischio è un calo di attenzione, engagement e fiducia verso i canali digitali, compresi quelli delle aziende.

Per le imprese che investono in contenuti di qualità, l’AI slop crea un rumore di fondo che rende più difficile emergere e posizionarsi in modo autorevole. Inoltre, l’uso superficiale dell’IA può danneggiare direttamente la reputazione del brand: newsletter piene di errori, chatbot che rispondono con informazioni vaghe, blog popolati da articoli senza profondità sono segnali di scarsa cura verso il cliente.

Allo stesso tempo, la sfida dell’AI slop apre uno spazio competitivo interessante: chi saprà usare l’intelligenza artificiale in modo responsabile, con un forte controllo umano e una strategia di marketing chiara, potrà differenziarsi in modo netto dal “rumore” di bassa qualità.

AI slop: Impatto su Marketing e Business

L’AI slop costringe marketer e aziende a ripensare il modo in cui usano l’intelligenza artificiale nei propri funnel digitali. Se tutti pubblicano più contenuti ma la qualità media diminuisce, la vera leva competitiva diventa l’autenticità, la rilevanza e la personalizzazione.

In ambito marketing digitale, l’esplosione di AI slop rende meno efficace la semplice strategia “più volume, più risultati”. Campagne social, blog post, email automatizzate e messaggi su canali come WhatsApp rischiano di essere percepiti come spam se non portano valore concreto, tempestivo e contestuale per l’utente.

Dal punto di vista della customer experience, l’AI slop è il contrario di ciò che le persone si aspettano: non vogliono ricevere “sbobba” automatizzata, ma contenuti chiari, utili e pertinenti alle proprie esigenze. Questo è ancora più vero sui canali conversazionali, dove la comunicazione è percepita come più personale e diretta.

Per le aziende, la sfida è trasformare l’IA da generatore di slop a alleato strategico. Significa usare gli strumenti generativi per accelerare la produzione, ma con un forte controllo umano su tono di voce, accuratezza dei dati, coerenza con il brand e reale valore per il cliente. Nei flussi di marketing automation, ad esempio, l’IA può aiutare a segmentare, testare e personalizzare i messaggi, ma non può sostituire la responsabilità editoriale.

Un uso intelligente dell’IA permette di creare meno AI slop e più contenuti significativi: guide approfondite, risposte personalizzate nei canali di supporto, sequenze di messaggi che accompagnano il cliente lungo il percorso d’acquisto invece di riempirlo di informazioni inutili.

Come SendApp Può Aiutare con AI slop

Per chi utilizza WhatsApp Business e canali conversazionali, il rischio di generare AI slop è concreto: messaggi automatizzati troppo generici, campagne broadcast poco rilevanti, chatbot che rispondono sempre allo stesso modo. La piattaforma SendApp nasce proprio per aiutare le aziende a sfruttare l’automazione senza cadere nella trappola della “sbobba” digitale.

Con SendApp Official WhatsApp API puoi integrare in modo ufficiale WhatsApp nei tuoi sistemi, orchestrando flussi automatizzati che rispettano le policy di Meta e che puntano sulla qualità dei messaggi. L’IA può supportarti nella creazione delle risposte, ma l’infrastruttura di SendApp ti consente di definire regole, segmentazioni e controlli umani per evitare AI slop nelle conversazioni.

SendApp Agent ti permette di gestire in team le chat WhatsApp, combinando automazioni intelligenti e intervento umano. Puoi usare i bot per gestire richieste ripetitive e inoltrare agli operatori le conversazioni più delicate, mantenendo un alto livello di personalizzazione e riducendo al minimo risposte generiche o fuori contesto.

Con SendApp Cloud puoi progettare flussi avanzati di marketing automation su WhatsApp, integrando CRM, tag, liste e campagne mirate. Invece di produrre AI slop, puoi creare percorsi conversazionali su misura per lead, clienti e prospect, con messaggi calibrati su interessi, comportamenti e fase del funnel.

La chiave è usare l’IA come acceleratore, mantenendo il controllo editoriale e strategico in mano al team marketing. SendApp offre l’infrastruttura per farlo in modo scalabile, evitando di trasformare i tuoi canali in un flusso di “sbobba” indistinta. Se vuoi scoprire come impostare automazioni efficaci su WhatsApp senza generare AI slop, richiedi una consulenza o una prova gratuita direttamente dal sito di SendApp.

Lascia un commento